Dopo aver analizzato i punti di forza e le differenze dello stampaggio della plastica ad iniezione con le altre tipologie di lavorazione del materiale, oggi vogliamo approfondire alcune tappe dell’evoluzione di questa tecnologia, dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi.
Lo stampaggio della plastica ad iniezione ha origini tedesche
Pare che le prime presse manuali per lo stampaggio della plastica ad iniezione comparvero intorno al 1923 in Germania. Nel 1926 venne introdotta una macchina pneumatica il cui pistone iniettore era comandato da un cilindro ad aria compressa, mentre la chiusura dello stampo era eseguita a mano. Successivamente, i costruttori si orientarono verso macchine nelle quali l’iniezione e la chiusura dello stampo erano azionate da cilindri idraulici.
Lo stampaggio ad iniezione in Italia
In Italia la prima pressa per iniezione arrivò nel 1940, costruita da Marco Giani che previde l’importanza futura della lavorazione delle materie plastiche. Egli fornì agli stampatori una piccola pressa manuale autonoma, che attivava il seguente processo:
- azionando la leva, le due metà dello stampo si chiudevano e il cilindro d’iniezione si comprimeva contro l’orifizio dello stampo;
- il pistone veniva spinto nel cilindro riscaldato e la massa plastica veniva iniettata nello stampo;
- muovendo la leva in senso contrario, lo stampo si apriva e un estrattore spingeva infine il manufatto fuori dallo stampo.
Nel 1947 nacque la Negri Bossi & C.: la prima pressa a funzionamento manuale che portava la sua firma – NB28 – venne costruita a Milano ed è ancora oggi visibile all’ingresso dello stabilimento Negri Bossi di Cologno Monzese. NB28 rappresentò un lavoro pionieristico anche nello sviluppo di macchine per altre tecnologie, come estrusori, soffiatrici di corpi cavi, macchinari per dorare e saldatrici.
Gli anni Cinquanta segnano la svolta dello stampaggio ad iniezione
Verso la metà degli anni Cinquanta i costruttori di presse per iniezione dedicarono i loro sforzi allo sviluppo di sistemi che consentissero di ottenere una maggiore omogeneità di plastificazione e una migliore uniformità di distribuzione della temperatura all’interno del materiale. Inizialmente venne accresciuta la superficie di contatto con il materiale, mediante corpi alettati posti all’interno del cilindro verso la parte terminale. Successivamente furono messi in atto sistemi con pre-plastificazione del materiale, ottenuta utilizzando un estrusore a vite separato, disposto orizzontalmente o inclinato, che immetteva il materiale nel ciclo con un certo grado di plasticità. Il pistone completava l’operazione più facilmente e con maggiore accuratezza.
La prima macchina per lo stampaggio a iniezione con Triulzi
Un’altra protagonista dell’evoluzione dello stampaggio della plastica a iniezione fu la Triulzi, azienda produttrice di presse ad iniezione a partire dagli anni Quaranta, che presentò alla Fiera di Milano del 1951 la prima serie di presse idrauliche di media gammatura. A Milano Triulzi espose anche la prima macchina combinata per l’estrusione-iniezione di grandi manufatti di materiale plastico e nel 1955 inaugurò il nuovo stabilimento che fu tra le prime aziende ad esportare macchinari in Russia.
Lo stampaggio della plastica ad iniezione negli anni Settanta
Rispetto a venti anni prima, nel 1970 raddoppiarono sia i costruttori di presse per lo stampaggio a iniezione, che i numeri dell’esportazione di questi macchinari. Dopo l’introduzione della vite di pre-plastificazione e la scoperta di nuovi tecnopolimeri, questa tecnologia assunse un ruolo predominante nella costruzione di macchine sempre più potenti e veloci. Da qui il boom delle presse destinate allo stampaggio ad iniezione di bottiglie e di una varietà di articoli tecnici che avrebbero trovato applicazione in diversi settori.
Lo stampaggio della plastica ad iniezione in Fisem
Oggi lo stampaggio ad iniezione è una delle tecniche più utilizzate nella lavorazione della plastica, principalmente nel settore arredamento e automotive.
Esempi di prodotti ottenuti dallo stampaggio ad iniezione di materie plastiche
Attraverso la tecnologia produttiva dello stampaggio ad iniezione di materie plastiche, Fisem realizza i seguenti prodotti:
- Componenti automotive
- Particolari per l’industria motociclistica
- Articoli tecnici per elettrodomestici ed altri settori
Fisem, a completamento del suo ciclo produttivo, si avvale di una pressa ad iniezione da 800 tonnellate firmata Wittmann Battenfeld, azienda austriaca nata dalla fusione di due importanti nomi, che le consentono di realizzare articoli tecnici dalla geometria complessa su misura, che consentono una perfetta rifinitura e rigoroso collaudo finale.